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Ilaria Atena

Il Corpo Sacro, agosto 2012

LA PRIMA VOLTA DEL GRUPPO DANZA

Un passaggio… imprevisto, una di quelle cose che accadono perchè devono accadere.

Le “Donne Alomar,” dopo essersi “viste” al loro interno e specchiate tra loro, avevano bisogno di un ulteriore passaggio: manifestare il loro movimento danzante anche al mondo esterno; mostrare che si può veramente Danzare la Vita, anche nella malattia, e non solo nelle metafore.

Accade di fatto da dieci anni in continuazione con mille strumenti: conferenze, mercatini, momenti informativi. Mancava però questo piccolo anello: la possibilità di manifestare la bellezza della loro vera Danza, quella danza della Verità e della sensazione che le ha condotte attraverso momenti ed esperienze di trasformazione.

Non abbiamo cercato nulla, e non avevamo intenzioni determinate.

Se ne era vagamente parlato, ma poi era caduto tutto nel dimenticatoio, i tempi non erano maturi!

E poi i tempi sono maturati! All’improvviso. Complice l’annuale Teatro Festival di teglio 2012 e l’inatteso quanto gradito invito di Agnese Bresesti, a cui va la gratitudine di tutte per questa indimenticabile esperienza, le Donne Alomar si sono trovate improvvisamente una sera di agosto davanti a un pubblico… a danzare!

La magia delle luci nella sera, della musica e della straordinaria ambientazione del giardino di Palazzo Juvalta, che con generosità e accoglienza squisita Beatrice Lentati ha messo a nostra disposizione, hanno accolto e protetto un momento che tutti coloro che erano presenti hanno definito magico e commovente.

Le motivazioni di chi ha presenziato alla serata, assolutamente in modo volontario, erano diverse, ma tutte, ben lontane dal desiderio di una sterile esibizione, erano accomunate dal preciso desiderio di comunicare una possibilità di trasformazione e cambiamento, come ha testimoniato Erica anche il giorno dopo

“Mi sono sentita trasformata!”

Così racconta in poche righe estremamente poetiche Loredana, la serata che è stata di tutte:

Paura …. tanta paura …. non mi sentivo pronta e temevo di sbagliare …..poi luci …. ombre e silenzio. Il cortile che prima mi imprigionava nel timore, si trasforma in una dimensione incantata.

La paura passa e inizia la mia” Danza” , qui avverto la pienezza dell’esserci, mi lascio trasportare dalla musica e percorro a passi lenti la mia vita.

Sono in un limbo che mi libera da ogni preoccupazione e mi unisce al pubblico in un abbraccio che supera ogni giudizio e convenzione.

Sono, esisto e non devo più essere! Quando riapro gli occhi trovo nello sguardo di una bambina tutta la dimensione delle mie emozioni.

Maria Carla definisce così la sua sensazione:

“Ho scoperto la consapevolezza del mio corpo con intense emozioni che mi hanno donato una serena pace interiore”

ll pubblico, silenzioso e assorto, come incantato e catturato dalla qualità del movimento lento, coglie questa qualità unica di presenza e intensità, e lo sguardo commosso di una figlia registra:

“Come “figlia spettatrice della danza” i miei occhi hanno visto movimenti che il cuore ha percepito nell’emozione… è stato un coinvolgimento intenso… tanto stupore nel vedere la mia mamma sotto una luce diversa, vedere il suo corpo emanare il movimento dalla luce interiore!... Grazie!!”

Lo stesso accade a Cristina, una sorella, che osserva con l’attenzione del cuore la scena e anche il pubblico attorno a sé:

“La “rappresentazione” secondo me era da “guardare” e “sentire” e non da “capire”… Secondo me il vostro desiderio era quello di voler essere “vicini” a chi era presente… un po’ come è nello spirito dell’associazione Alomar di Sondrio…

Ma soprattutto mi son chiesta come avete fatto a stare in movimento tanto tempo… con una patologia così severa.. la cosa mi ha proprio stupito… la risposta che mi viene è che questo tipo di movimento è proprio accessibile a tante persone… e che dietro alla vostra esibizione c’è una persona che ha saputo trasmettervi una grandissima stima del vostro corpo al fine di scoprire tutte le possibilità al di la dei limiti che la malattia vi può aver imposto.

Più volte mi sono commossa e con me anche altri seduti vicino a me, senza che me ne rendessi conto la musica e le vostre interpretazioni hanno parlato al cuore senza passare dalla coscienza!”.

LA PAROLA DANZA IL CUORE

A valle di questa straordinaria esperienza umana oltre che professionale, si può solo convenire che le Donne Alomar, e con loro tutti coloro che si trovano con coraggio ad affrontare una patologia cronica possono, proprio nel confronto e nella relazione con gli altri, invece che nell’isolamento, trovare gli strumenti per riconoscere la propria forze e la propria unicità straordinaria, come ha scritto una di loro:

“La condivisione del movimento in gruppo con chi ha problemi simili ai tuoi ti fa capire che valiamo il doppio anche se le nostre forze sono la metà”

 

Come danzaterapista e conduttrice di questi gruppi porto nel Cuore molta gratitudine per avere il privilegio di assistere a questi attimi, così intensi e densi di Bellezza.

Grazie di cuore quindi a tutte le persone che nel tempo mi hanno concesso di incontrare la loro Fiducia, abbandonandosi alla ricerca e manifestando la Bellezza della Trasformazione!

E’ un grande dono che ci scambiamo e di cui desidero continuare a portare i frutti verso tutti coloro che possono e desiderano, attraverso il Corpo, incontrare il manifestarsi della Vita.

Buona danza della Vita! E Grazie a tutti coloro che camminano la danza della vita!

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